Monday, October 01, 2007



Il Chianti è la zona della Toscana che confina al nord con la periferia di Firenze, all’est con le montagne chiantigiane, all’sud con la città di Siena e all’ovest con le valli dei fiumi di Pesa e Elsa. É un territorio di antica tradizione che è stato civilizzato in periodi remoti prima dagli etruschi, che hanno lasciato molte tracce della loro attività nel settore del vino, poi dai romani. Nel Medioevo, Firenze e Siena hanno combattuto numerose battaglie per ottenere il controllo della zona. Villaggi e monasteri, castelli e forti che sono apparsi durante quel periodo sono in molti stati trasformati in ville e case residenziali in periodi più tranquilli.

Il Chianti è uno dei vini italiani più conosciuti. Anche se il nome rimane lo stesso ci sono molti tipi diversi, da quelli più leggeri a quelli strutturati e complessi abbastanza potenti da supportare invecchiamento e maturazione.

La tipologia d’uva predominante è il Sangiovese anche se le leggi permettono un’aggiunta di 10-15% di altre varietà d’uva cosi come: Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Un Chianti Riserva è stato invecchiato per un periodo più lungo prima del rilascio sul mercato.

La zona di produzione vinicola del Chianti è stata delimitata nel 1932 da un decreto ministeriale ed è rimasto tale da quel giorno. Il decreto descrive la zona dove il Chianti Classico viene prodotto come “la zona d’origine più antica”. Le altre sei zone sono: Colli Aretini, Colli Senesi, Colli Fiorentini, Montalbano, Rufina, e Colline Pisane.

Ci sono varie teorie sull’origine del nome Chianti. Quello più popolare è quello che riconosce la parola come derivante da quella latina di “clangor” che significa canto d’uccello o una nota alta di una tromba, e allude alla campagna selvaggia della zona più adatta alla caccia che all’agricoltura. Un’altra teoria, molto meno mondana, prescrive il nome ad una famiglia d’etruschi della zona, oppure ad un coltivatore di vigne delle colline sopra Firenze.

La cosa più sicura è, che il nome era ben conosciuto nei primi anni del XV secolo, anche se il vino conosciuto come Chianti in quel periodo quasi sicuramente era un vino bianco. Fino agli ultimi anni degli anni ’60 esisteva un Chianti bianco e la legge del DOC del 1967 permetteva l’aggiunta del 30% di uva di bacca bianca nel vino rosso.

Nel 1924 si forma il Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti, un gruppo che prende il gallo nero come loro simbolo. Questo simbolo viene dal racconto di una lotta per i confini tra Firenze e Siena che vedeva il confine dove due cavalieri delle due città si incontravano per strada. Erano tutte e due messi in gara dal canto del gallo, solo che il gallo fiorentino era molto affamato, grazie ad una apposita dieta, e si è svegliato molto più presto di quello senese.

Le regole DOCG del 1984 hanno ottenuto ciò che mancava nel 1967 in termini di qualità e consistenza. Non ci sono dubbi che il Chianti post DOCG è un vino molto migliorato grazie non solo all’esclusione del uva di bacca bianca ma anche all’introduzione di altri varietà prima non accettate.
Degustazioni recenti hanno commentato il potenziale nell’invecchiamento dei migliori Chianti. Il prestigio che i vini così detti “Super- Tuscans” hanno dato al Sangiovese permette adesso un ritorno del fuoco sulla produzione del “buon Chianti”.

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