Friday, April 21, 2006


La pasqua a Firenze è bellissima, se non devi lavorare, vuol dire. Per me è stato, lo è sempre, il fine settimana più faticoso dell'anno. Firenze viene riempito di turisti spagnoli, francesi, napoletani, milanesi, tedeschi e così via, e tutti vogliono che le cose procedono come fanno nel loro paese/città. Tutti vogliono il vino Reislig vs Barolo. Ma, non è un po' tragico essere così chiusi? si dice sempre che gli svedesi sono chiusi ma quando vanno all'estero non chiedono mica l'Absolut. I pugliesi invece sono in disperata ricerca del Primitivo, i calabresi vogliono il Cirò, i siciliani il Moscato di Pantelleria che sono (a parte forse il Cirò) dei vini molto buoni e gradevoli ma, dico, una volta in Toscana mi sembra curioso provare quello che offre la regione, o no?

Mi rendo conto del fortissimo regionalismo che esiste in Italia. E' un paese spaccato, non solo in due (visto il risultato delle elezioni), ma in quanti pezzi che ci sono regioni, a volte città o addirrittura paesini. Non c'è un forte senso del essere italiano ma un senso fortissimo dell'essere genovese, bolognese, sardo o qualsiasi altra zona abbastanza piccola per riuscire a entrare nell'identità locale di una persona. L'identità locale che è il modo in cui uno vede se stesso, sono calabrese, quindi sono così. Mi affascina il modo in cui gli italiani riescono a vedere se stessi come entità soggettivi immobili; sono così e basta, non ci sono tanti dubbi e riflessioni sul modo di essere diversi. Penso che così non ci siano tanti crisi d'identità ma allo stesso tempo neanche molta voglia di conoscere l'altro, il diverso e di crescere come persona.

Come tutto in Italia si rispecchia sul cibo. Il formaggio in Puglia è il più buono!, No il pecorino toscano è quello vero! Tutto che viene da casa è sempre la cosa più buona. Il pesto deve essere mangiato a Genova il ragu a Bologna, le orecciette in Puglia ecc. E' bello che le tradizioni continuano e che tutte le regioni hanno le proprie specialità. E' come viaggiare in un grandissimo paese delle meraviglie dove la gente cambia di personalita, lingua e abitudini a tavola ogni volta che passi il confine della regione.

Con questo voglio consigliare due vini. Essendo in Toscana sono tutte e due vini della regione della ribollita e la trippa. Il primo è un bianco barricato, il Chardonnay della vinicola Sant'Anna è sia fresco che deciso. Niente per stomaci deboli. l'altro è un rosso: il Bruciato di Guado al Tasso che è un bland di Merlot, Cabernet sauvignon e Syrah, un vino molto particolare per essere toscano. Rimane leggermente un po' di fondata in fondo al bicchiere, ma è sicuramente un vino interessante.

2 comments:

art&co said...

beh che il cirò non è un vino che piace a tutti si sa, e si sa anche che la toscana produce vini di eccellente qualità..... voglio dire semplicemente che non era indispensabile sottolinearlo in un blog, cerchiamo di apprezzare anche le cose che gli altri amano, le cose che appartengono all'ITALIA in cui viviamo....

Anonymous said...

Il cirò non è un vino che piace a tutti perchè non è un vino di "qualità", in senso strettamente tecnico ( che non a niente a che fare con il termine "genuinità" per esmpio).
Il fatto che lo si debba difendere conferma solamente il contenuto dell'articolo...Ciao! Edo.